Enchanted Garden

Dal momento in cui l’aveva rivista in quella grotta Jonathan, non era più riuscito  a togliersela dalla mente. I  suoi occhi lo   perseguitavano ovunque andasse: sulla spiaggia mentre correva a piedi nudi, nell’hall  dell’albergo, sotto la doccia e ancora nel letto,  al suo risveglio.

Quando aveva lasciato Manhattan aveva pensato  soltanto a scappare da una vita  nella quale da troppo tempo si sentiva  imbrigliato, ma non  aveva fatto i  conti  con il suo cuore.

D’improvviso, mentre passeggiava  nella lussureggiante vegetazione dell’Enchanted Garden, perso in tali pensieri,  la vide, seminascosta da una rara e bellissima pianta tropicale. Lei non si era ancora accorta della sua presenza, così la sua sorpresa nel trovarselo dinanzi fu totale:

“Che cosa vuoi? – esclamò la donna sulla  difensiva –

Parlarti – rispose lui senza  attendere oltre-

È troppo tardi ormai, non credi? – replicò  Stephanie, continuando ad annusare il fiore che aveva tra le mani.

No, ti sbagli – replicò Jonathan,  prendendole il viso tra le mani e costringendola a guardarlo negli occhi. –  Io ti amo.

E la tua  libertà? – gli chiese lei, felice di poter dare sfogo finalmente a tutta la rabbia che aveva in corpo.

La libertà non ha alcuna importanza se al mio fianco non ci sei tu.” – rispose lui,  e senza darle il tempo di ribattere, la baciò.

Fu un bacio lungo, intenso e denso di significato.  Il sole al tramonto stava tingendo il cielo di rosso corallo segnando la fine di una giornata carica di emozioni,  mentre per loro  stava  per prendere il via un nuovo  inizio, all’insegna di una totale libertà,  finalmente priva di tutte le inutili convenzioni sociali.

Kingston e Green Grotto Caves

Era a Kingston già da una settimana  e non si era mai sentito più vivo e rigenerato. Da  quando si trovava sull’isola molte cose erano  cambiate nella sua vita.  Ogni mattina Jonathan  si alzava all’alba  e andava a correre a piedi nudi sulla spiaggia privata dell’albergo. Era bello sentirsi finalmente libero. Niente più  stress, niente più rigide regole alle quali adeguarsi. Solo sabbia bianca sotto di sé e il caldo bacio del sole al mattino.

Ma Kingston non era solo sole e mare. Giorno dopo giorno, infatti,  l’uomo scopriva luoghi incantevoli nei quali perdersi come il Green Grotto Caves, una grotta immersa in una rigogliosa vegetazione, fonte d’ispirazione, per chiunque volesse trovare,  nella più romantica delle isole  caraibiche, un po’ di mistero.  E fu proprio mentre Jonathan si aggirava in una di queste grotte, fiocamente illuminate dalla luce delle torce, poste ai lati dei muri rocciosi, che la vide.

In realtà,  la prima cosa che attirò la sua attenzione fu una voce soave e cristallina, una  voce che conosceva bene. Ma, non poteva essere, pensò l’uomo.  Incuriosito, si voltò e la vide. Era Stephanie, la sua ex, più bella che mai.  Provò a chiamarla, ma lei fuggì via,  veloce come il vento. Le  corse dietro per raggiungerla, ma la folla, che stava visitando  insieme a lui la grotta, lo rallentò,  e quando finalmente riuscì ad uscire lei era già sparita.

Ritornato  in  albergo  l’uomo ripensò a quel fugace incontro, ai suoi occhi blu come il cielo stellato di quella sera, ai suoi luminosi capelli biondi, alla sua profumata pelle  ambrata e un nodo gli serrò la gola.  Lasciare lei era stata la cosa più difficile, perché nonostante  lui ritenesse il loro rapporto stanco e privo di significato sapeva che Stephanie era ancora molto coinvolta. Quella notte l’uomo non dormì.