Londra, anfiteatro di un sogno

Londra, anfiteatro di un sogno

Un nuovo racconto firmato da Antonella Saia

James, Dean, Sean  e Derek si conoscono  sin dalla più tenera età.  La  loro è  un’amicizia che ha attraversato e superato grandi  difficoltà, ma una cosa  li ha sempre uniti; la musica.  Ogni giorno  si  riunivano nel garage di James  e suonavano le più belle cover della musica inglese contemporanea, sognando di ripercorrere le orme dei  più grandi mostri sacri del panorama musicale internazionale.

D’ altronde anche  i  Beatles e i Pink Floyd avevano cominciato la loro florida  carriera entra  le mura della misteriosa Londra, – pensava Sean, chiuso nella sua stanza e  steso sul letto, intento a contemplare  il soffitto senza neppure vederlo – e allora perché non potevano riuscirci anche loro? In fondo erano bravi.  Così, ecco l’idea; si sarebbero esibiti in un locale. Doveva solo crederci e fare in modo che anche gli altri ci credessero.

Il giorno dopo, pervaso da questa nuova euforia, riferì la sua idea ai suoi amici  di sempre, i quali, appresa la notizia, gli chiesero:

“Ok. E come pensi di farci diventare  una band famosa? – iniziò James – Perché se non ricordo male per essere definiti famosi bisognerebbe avere un pubblico,  o sbaglio?

Lo avremo  – rispose prontamente Sean – basterà  suonare nei parchi di Londra, in attesa  di un ingaggio.

Nei parchi? – ribatté James, esterrefatto –

Sì, – rispose Sean – perché ti vergogni?

Assolutamente no, – replicò il ragazzo, infastidito – è solo che penso che faremo un clamoroso buco nell’acqua, Sean. Non verrà nessuno.

Non  esserne tanto convinto –  ribatté Sean, con lo sguardo acceso dall’eccitazione, all’idea di questa nuova avventura – Datemi  un po’ di fiducia, ragazzi.  Sarà  l’inizio della nostra carriera, credetemi. Vi assicuro che non ve ne pentirete”.

Londra, città avvolta nel mistero, avrebbe presto visto  la nascita dei Dragon&Angels, e assistito ad un nuovo modo di fare musica.  Hyde Park li aspettava.