Negril Lighthouse

L’alba,  quel giorno, mostrava tutte le sfumature del  rosa,  immerso  nell’azzurro di un mare cristallino, baciato da un timido sole che in quel momento stava facendo il  suo ingresso in cielo.  Era strano come da quando si trovasse a Kingston si accorgesse di tante piccole cose  che in passato aveva dato per scontato.

Nella notte appena trascorsa,  Jonathan aveva  ripercorso gli ultimi avvenimenti , soffermandosi sulla  notte che aveva preceduto la sua partenza.

Avevano trascorso una bellissima e romantica serata, culminata in una sfrenata notte d’amore, quando Stephanie,  occhi  negli occhi, gli chiese:

“Hai deciso riguardo la proposta di mio padre?

Il padre di Stephanie era titolare di un importante studio legale e aveva chiesto a Jonathan di entrare a far parte della sua squadra. Lui però  non aveva dato ancora  nessuna risposta,  fermamente intenzionato a   farcela  con le sue sole  forze. Doveva andarci cauto, si trattava pur sempre del padre della sua donna, così le disse:

Ancora nulla, perché me lo chiedi?

Perché oggi l’ho incontrato e ne abbiamo parlato –  rispose la donna emettendo un profondo  respiro – E poi perché sono incinta.   

Incinta?-  replicò lui perplesso- E questo cosa  c’entra con tuo padre?

C’entra, – rispose lei improvvisamente arrabbiata –  perché  vorrei vederti realizzato prima di mettere al mondo nostro figlio –

Era questa l’ultima immagine  che aveva  di Stephanie, la donna che aveva sempre amato.  Il  giorno dopo aveva spiccato il volo.

 

I ricordi si rincorrevano nella sua mente, mentre Jonathan nella sua folle corsa verso il nulla era arrivato fino al Negril Lighthouse, un faro che, sperava,  avrebbe acceso una luce sulla sua  vita e sul suo futuro.  Mentre  guardava l’oceano davanti a sé si sentì avvolgere da una leggera brezza e istintivamente si voltò. Stephanie era davanti a  lui. Il  suo destino si stava compiendo.